Swami Vivekananda 1° Pioniere in America

Swami VivekanandaSwami Vivekananda (1863 – 1902), al secolo Narendranath Dutta, è tra i personaggi che più determinano l’interpretazione data dall’Occidente al mondo Hindu ed allo Yoga in particolare.

È importante introdurre brevemente Sri Ramakrishna, il Maestro di Swami Vivekananda, figura emblematica del Rinascimento bengalese a cavallo tra il 19° ed il 20° secolo. Di umili origini e privo di una vera istruzione, fin da giovanissimo vive esperienze mistiche che lo orientano verso una vita spirituale. Uno dei motivi per cui da molti viene considerato un vero e proprio Avatar, ovvero un’incarnazione del Divino, è il suo essere stato in grado di realizzare tutte le mete spirituali fino ad allora considerate inconciliabili.

Narendranath, allievo di Ramakrishna venerato in India come un santo, proviene da una famiglia benestante e colta di Calcutta. Narendranath era davvero poliedrico: sapeva cantare, riusciva molto bene nello sport, aveva la battuta pronta, una vasta conoscenza, una mente razionale ed un grande senso di solidarietà verso la gente. Aveva doti naturali di comando ed era molto ricercato dalla gente grazie alle sue qualità.

Studente di filosofia, il problema dell’esistenza di Dio occupava insistentemente i suoi pensieri. Era assetato di conoscenza e appassionato al destino della sua nazione schiacciata dall’imperialismo britannico.

La favorevole condizione della famiglia gli permette di studiare il pensiero Occidentale e di viaggiare per il suo paese rendendosi conto delle contraddizioni dell’imperialismo che non concedeva un esplicito sostegno, o alcuna assistenza, alle popolazioni né tantomeno una politica di gestione delle carestie che affliggevano la sua gente.

Tra i massimi promotori del Neo – Vedanta il giovane Narendranath è un karma yogi ed un profondo conoscitore del pensiero del Vedanta. Nel 1894 è tra i conferenzieri al Parlamento Mondiale delle Religioni tenutosi a Chicago, dove lascia un segno indelebile nella percezione dei presenti. La sua partecipazione, nata essenzialmente dall’idea di ottenere attenzione e quindi sostegno economico a favore delle aree più indigenti dell’India, diventa occasione per mostrare le vette della speculazione spirituale del Sanatana Dharma e presentare le potenzialità sopite in ogni essere umano e risvegliabili attraverso lo Yoga che lo Swami illustrerà in un’opera adattata per il nuovo pubblico: Raja Yoga, Karma Yoga e La filosofia del Vedanta scritti nel 1896 e Bhakti Yoga pubblicato postumo nel 1914. Diventa il Primo Pioniere dello Yoga in America.

Nel 1895  Swami Vivekananda fonda a New York la Vedantic Society con l’obiettivo di diffondere gli insegnamenti del suo Guru Ramakrishna ed i saperi della cultura Vedica. L’organizzazione è tutt’ora attiva. Nello stesso anno fonda in India la Ramakrishna Mission, in questo caso, un ordine di tipo monastico innovativo rispetto a quelli ortodossi per la sua vocazione culturale e sociale improntata al pensiero neo – vedantico del fondatore.

La fortuna di Swami Vivekananda, oltre ad essere frutto delle sue competenze, risiede nel fatto che argomenti di carattere spirituale sono ben accetti dal pubblico dell’epoca: siamo nel periodo della Teosofia, della Scienza Cristiana, del New Thought e delle molteplici forme di spiritualismo che possono essere ritrovate nelle numerose branche delle chiese protestanti americane ed in altre realtà di aggregazione che circolano nella società Occidentale.

L’insegnamento a sfondo mistico di un colto personaggio indiano trova in effetti un substrato in grado di accoglierlo moltiplicandone il potenziale dei contenuti. Il Vedanta e lo Yoga sono presentati in modo facilmente assimilabile, le iniziazioni non richiedono rinunce radicali come nella tradizione, l’immagine pluralista e relativista teologicamente offerta diventa una strada accessibile a chiunque: lo Yoga è pronto a divenire il prodotto di un processo di acculturazione che fungerà da ponte tra l’India e il resto del mondo.

Si stanno gettando le basi per un affrancamento dall’India, agli occhi del pensiero imperialista arretrato e assoggettato, che invece appare come culla di cultura e di saperi autentici che restituiscono all’uomo un rapporto diretto con le realtà ultime dell’esistenza.

All’età di 39 anni Swami Vivekananda sentì di aver compiuto la sua opera e lasciò coscientemente il corpo, come aveva egli stesso profetizzato. Ecco un suo lascito in proposito: “È possibile che scelga di lasciare il corpo, di gettarlo come un indumento usato, ma non per questo cesserò di lavorare! Ispirerò uomini ovunque, finché tutto il mondo arriverà a comprendere di essere uno col Divino”.

 

Articolo redatto da: Swami Amrirananda Davide Russo Diesi | Certified Yoga Teacher RYT-500 Yoga Alliance USA – Yogasthali Yoga Society, INDIA.

Istruttore Yoga Davide Russo Diesi

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